Ci sono importati novità sulle pensioni degli italiani. Neanche il sistema previdenziale è immune dalle difficoltà della crisi causata dalla pandemia. Ma si vuole essere proattivi e per questa ragione si è aperto un tavolo governo/sindacati sulle pensioni prima della seconda ondata dove si è parlato dell’apertura di una finestra di adesione automatica (sul modello di quella del 2007) per aumentare il risparmio previdenziale degli italiani. Ecco perché torna in auge il tema dell’educazione finanziaria. Trascurare la necessità di costruire una pensione di scorta in un sistema come quello italiano è un errore su cui tutti dovrebbero essere messi in guardia ed è alla base della nostra offerta di previdenza complementare.
Nell’ottica di scenari mondiali imponderabili è importante analizzare tutte le novità sulle pensioni. La più importante in questi mesi consiste nella variabile rilevante della scelta del fondo pensione: le commissioni. Come spiega il portale sull’educazione finanziaria istituito da Mef e Ministero dell’Istruzione:
tra le principali valutazioni da fare, accanto all’importo da versare e alla verifica di un fondo di riferimento che dà diritto al contributo del datore di lavoro, bisogna conoscere «i costi applicati dal fondo pensione, in quanto possono incidere in modo significativo sull’importo della pensione futura. Valutarli e confrontarli è un’operazione importante, perché essi hanno un impatto significativo sulla prestazione.
Dove trovare il dato delle commissioni
Le spese sono riportate nella “Scheda dei costi” consegnata al momento dell’adesione che contiene il dettaglio delle singole voci oltre che l’Isc – Indicatore sintetico dei costi che esprime quanto tali costi incidono percentualmente sulla posizione individuale. Si basa proprio sull’Isc l’analisi effettuata dagli addetti ai lavori sul maggior valore per il risparmiatore che può produrre un fondo meno caro e che in merito dichiarano:
L’obiettivo di queste novità sulle pensioni è far capire che la variabile costo è tra le più importanti nella scelta del fondo pensione perché nel lungo periodo incide molto sul risultato finale ed è un elemento certo a differenza dei sperati rendimenti che non si possono prevedere.
Il mercato delle pensioni integrative ad oggi
Sulla base delle note informative di tutti i fondi pensione aperti e pip (piani individuali pensionistici) presenti oggi sul mercato, si è fatta un’analisi nell’orizzonte a 35 anni, controllando gli Isc di cinque linee, da quello più basso fino al più elevato passando per tre livelli intermedi:
L’intervallo è ampio perché si passa da un Isc dello 0,86% fino al 3,07%. Ovviamente l’Isc dipende dal tipo di linea scelta dal punto di vista dell’asset allocation e in generale i valori più elevati si trovano nelle linee azionarie, ma anche all’interno delle singole categorie gli Isc possono variare di molto.
Questa simulazione è stata condotta su un aderente di 32 anni con un orizzonte di risparmio di 35 anni, pensionamento a 67 anni e per versamenti annui di 1.000, 5.164 (l’importo massimo deducibile) e 7.000 euro annui. Quindi, stando a queste novità sulle pensioni, una buona pensione integrativa offre quasi il 40% in più rispetto a quella più costosa (Isc a 35 anni del 3,07%) a fronte dello stesso investimento. Per capirci meglio, nell’ipotesi in cui versi 1.000 euro l’anno, dopo 35 anni si ritroverà un capitale di 61.460 euro (+37,16%) anziché di 44.809 euro. Questo si traduce in una rendita vitalizia annua di 2.607 euro, ossia ben 700 euro in più rispetto alla conversione del capitale accumulato nel fondo più costoso.
Le dichiarazioni
E’ chiaro che questo gap diventa più grande qualora i versamenti siano maggiori:
Anche la Rita – rendita integrativa temporanea anticipata, ovvero l’anticipo che si può chiedere al fondo quando mancano cinque anni o dieci anni al requisito di vecchiaia dei 67 anni, cambia molto in base ai costi, come emerge dall’analisi effettuata sugli stessi profili di Isc considerati per stimare la prestazione finale. La stessa Covip afferma che un Isc del 2% invece che dell’1% può ridurre il capitale dopo 35 anni di circa il 18%.
La verità è che mercato della pensione integrativa è caratterizzato da un elevato livello di trasparenza essendo obbligatoria l’esposizione nella Scheda di:
- costi
- Isc – Indicatore Sintetico di costo
- parametro che segnala in modo immediato l’incidenza percentuale degli oneri sostenuti annualmente da un iscritto sulla propria posizione.
Ecco perché non temiamo alcun confronto con la nostra offerta di previdenza complementare.
La previdenza HDI
Nella nostra offerta, la misura e la periodicità della contribuzione (annuale, semestrale, quadrimestrale, trimestrale o mensile) è scelta liberamente da te al momento dell’adesione e può essere cambiata successivamente. Puoi decidere anche di sospenderla o proseguirla volontariamente oltre l’età pensionabile. Puoi effettuare versamenti aggiuntivi volontari.
Nel corso del rapporto puoi richiedere anche in più occasioni delle anticipazioni, fino a un importo massimo del 75% della posizione che hai maturato. Puoi riscattarla in tutto o in parte al verificarsi di determinati eventi, come ad esempio in caso di cessazione dell’attività lavorativa o di invalidità permanente grave.
Il capitale acquisito con ciascun contributo si rivaluta in base al rendimento della gestione separata HDI –Fondo Pensione. Grazie al coefficiente di trasformazione, al momento del versamento di ogni contributo puoi conoscere la relativa misura con la quale il tuo capitale si trasformerà in rendita.
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